Alessandro David Montello
Inbound e reputation manager Aipem
Nella rivoluzione degli usi e dei costumi che stiamo quotidianamente vivendo, la comunicazione si conferma, oggi, come uno dei più importanti asset nelle mani di imprese e istituzioni.
Certo ci sono anche le risorse umane, la finanza, i progetti, i beni mobili ed immobili. Ma nella criticità di questo momento la comunicazione ha l’importante compito di accendere la luce nelle persone, nelle comunità, nella società. Perché motiva, trascina, spinge, spiega, coinvolge, aggrega. Ed è ciò di cui abbiamo più bisogno in questo contesto storico, come lo è già stato in ogni epoca di cambiamento della storia dell’umanità.
È improprio, ma facciamolo un paragone: possiamo dire che la pandemia ci ha fatto piombare in una sorta di nuovo medioevo “ambientale” (ecologico, sociale, economico, culturale).
Ma nel buio di oggi però stiamo assistendo a qualcosa di straordinario: e anche se le cose non si muovono mai per salti quantici, stiamo però già intravvedendo forme che, giorno per giorno, sempre più si rendono distinguibili.
E fra queste, ciò che si fa sempre più concreto è la rinascita della comunicazione, oggetto fino a ieri di maltrattamenti, fake news, declassamenti, turpiloquio. Oggi, al contrario, assistiamo al suo essere rimessa al centro della vita sociale: è di nuovo l’elemento portante della sicurezza di tutti, e sarà il naturale e indispensabile veicolo della nuova economia che sta delineandosi davanti ai nostri occhi.
Una comunicazione dai contenuti di livello elevato ha anche capito che le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale aumentano la sua pervasività, e contribuiscono a far scorrere più veloce e incisivo il flusso dell’impegno sociale della nazione.
Così è diventata un aggregatore di sforzi, di positività, riuscendo a trasmettere affidabilità, coinvolgimento, progettualità, idealità.
Imprenditori, aziende, grandi brand stanno facendo una bellissima gara di solidarietà sociale e nessuna voce di dissenso si sta alzando. Perché? Sono stati adottati modelli comunicativi elevati, comprensibili, esteticamente ineccepibili. Una comunicazione trasparente, sociale, positiva è stata posta al centro dell’attenzione.
Il rinascimento della comunicazione al tempo del Covid-19 si sviluppa attorno alla cura estetica del messaggio. Valgono sempre le metriche, i big data, e tutti gli algoritmi intelligenti immaginabili perché aiutano il percorso del messaggio. Ma il rinascimento della comunicazione si fonda su una fondamentale lezione della pubblicità: il messaggio pretende bellezza e veridicità.
È in atto un cambio di paradigma culturale che siamo tutti chiamati a far maturare, valorizzando la lezione del passato, gestendo la tecnica come va gestita (in quanto tale: tecnica), e tornando a far vibrare l’anima di chi ci ascolta.
Per questo motivo la comunicazione è un asset centrale che aziende e Istituzioni possono valorizzare per pensare ad un comune futuro sviluppo: attraverso di essa, con essa, e grazie ad essa abbiamo la possibilità di traghettare questo mondo in uno migliore, comunicando meglio, facendoci capire meglio, diventando migliori.
Noi siamo i figli dei figli dei figli di Michelangelo, Raffaello, Lorenzo il Magnifico, Leonardo. Possiamo rifare l’Italia partendo dal come la comunichiamo.
È una delle più grandi occasioni della nostra epoca.
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